L'esempio della Gen-z: abbiamo tanto da imparare
La chiamano Gen-z la generazione dei ragazzi nati dopo il 2000, spesso criticata ma poco ascoltata e compresa.
Digitale, pandemia, guerra, ... diciamolo: non sono anni facili in cui essere teenager.
Cambiano i modi di comunicare, come fare esperienze, come informarsi ed addirittura come ascoltare musica; attraverso il nostro Circolo, il nostro piccolo "osservatorio", possiamo però affermare che una cosa non è cambiata, o meglio, passata di moda: il calcetto.
Proprio il calcetto del Circolo è protagonista della bella storia di aggregazione e condivisione che i nostri ragazzi della gen-z stanno portando avanti da qualche settimana a questa parte.
Una sorta di mediatore culturale inanimato, che ha permesso ai due ragazzi ucraini arrivati a Granozzo ed ai nostri giovani compaesani di rompere il ghiaccio e fare breccia in quella barriera formata dalle diversità di cultura e di lingua (Google traslate in questo aiuta...!) e timidezza che poteva essere d'ostacolo. Così, tra una partita di calcetto, musica e qualche bibita, i nostri ragazzi stanno riuscendo a restituire ciò che la guerra ha rubato ai nuovi arrivati: il sorriso, le risate, la spensieratezza dello stare insieme.
Sono sorprendenti i ragazzi della gen-z: sono capaci di atti d'integrazione, altruismo e solidarietà così naturali che le generazioni precedenti hanno forse dimenticato. Potranno davvero fare la differenza per la nostra società.
Ovviamente, oltre al calcetto, un'altra cosa non è passata di moda: lo scambio di parolacce nelle varie lingue. Ho come l'impressione che sia stato il secondo argomento di conversazione...!
Ma è giusto così: l'avremmo fatto tutti, vero?
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